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Riflessioni per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Una giornata per ricordare la cronaca dei nostri giorni con ancora tanti, troppi casi di violenza e femminicidi

Utente FIPS100007-psc

da Fips100007-psc

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  1. Rodari, Chi comanda?, in Il libro degli errori

Ho domandato a una bambina: “Chi comanda in casa?”
Sta zitta e mi guarda.
“Su, chi comanda da voi : il babbo o la mamma?”
La bambina mi guarda e non risponde.
“Dunque me lo dici? Dimmi chi è il padrone”.
Di nuovo mi guarda, perplessa.
“Non sai cosa vuol dire comandare?”
Sì che lo sa.
“Non sai cosa vuol dire padrone?”
Sì che lo sa.
“E allora?”
Mi guarda e tace. Mi debbo arrabbiare? O forse è muta, la poverina. Ora poi scappa addirittura, di corsa fino in cima al prato. E di lassù si volta a mostrarmi la lingua e mi grida, ridendo: “Non comanda nessuno, perché ci vogliamo bene”.

 

  1. Shrek, film d’animazione

Robin Hood: (Rivolto a Fiona e alludendo a Shrek) Sono il vostro salvatore e vi sto salvando da questa bestia
Shrek: (Indicando Fiona): Ehi, quella è la mia principessa, trovati la tua
Robin Hood: Ah, per favore mostro! Non vedi che sono un tantino occupato qui?
Fiona: Senti bello non so chi ti credi di essere.
 
Fiona con abili mosse di karate (ma vedi anche i riferimenti a Neo di Matrix) sconfigge Robin Hood e la sua banda e si salva da sola.

  1. Rilke, Il testamento

Nonostante tutto, mio Dio, come sarei ricco ora, tranquillo, completo, se questo amore mi fosse stato regalato senza condizioni, senza gravarlo delle speranze, attese, esigenze di un cuore che, per puro timore della perdita, sembra incapace di appropriarsi della felicità che gli compete.

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Penso agli antichi miti che stanno all’origine di tutti i popoli e che narrano dei cavalieri, belli e coraggiosi, che uccidono i draghi. Le principesse pregano per la vittoria e stanno di lato. In un mondo liberato, invece, gli uomini potranno finalmente e felicemente cucire e fare la maglia. Che poi, se nessuno comanda, nessuno sarà comandato: nessuna vittima e nessun carnefice. Se i presupposti del matrimonio cambiano, la società sarà più giusta ed equa. Perché, infine, l’altro deve essere per noi finestra sul mondo e non specchio, ricordava ancora Rilke.